AccueilSimbolo, mito e «modernità» dell’antico nella Letteratura italiana e nelle arti dal Rinascimento ai giorni nostri

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Publié le jeudi 01 juin 2017

Résumé

Quello della «Modernità simbolico-mitologica dell’antico nella Letteratura italiana e nelle Arti» è un filone ermeutico interdisciplinare, che si avvale della storia delle religioni antiche e delle sue fonti come precipua chiave di decifrazione di opere sia letterarie sia artistiche di tutti i tempi: opere semanticamente oscure ed enigmatiche perché – insospettabilmente per la gran parte dei lettori – sono state concepite dai rispetivi autori in prospettiva cripto-pagana, avvalendosi pertanto di concetti e di fonti prelevati dalle antiche religioni pagane, sia mediterranee sia non mediterranee, o dalle eresie del cristianesimo e delle altre religioni (argomenti, questi, nel complesso di norma poco conosciuti sia dai letterati sia dagli studiosi di discipline artistiche).

Annonce

Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 15-16 dicembre 2017

Presentazione

La sua peculiarità è quella – una volta acquisiti tutti i risultati degli studi filologico-storico-critici letterari e artistici – di avvalersi delle fonti antiche della mitologia e della religiosità pagana, nonché dell’eresiologia, allo scopo di servirsene come di risolutive, benché a tutta prima insospettate, chiavi interpretative di opere letterarie e artistiche che sono state sì realizzate nel mondo moderno, dell’era cristiana, eppure sono state sapientemente concepite dai loro autori (di fatto calati nel ruolo di antichi redivivi, nell’era moderna, ovvero di cripto-pagani in incognito) come degli enigmi eruditi costruiti con i materiali attinti a quelle stesse fonti antiche della religiosità pagana o dell’eresiologia; e ciò contando sul fatto che quelle fonti e quelle concezioni da esse veicolate sono state per secoli – e lo sono tuttora – pressoché ignorate dalla quasi totalità dei “lettori comuni” e non solo, poiché per lo più sguarniti di competenze interdisciplinari spazianti dalla letteratura o dall’arte alle religioni dell’antichità pagana – mediterranea o non mediterranea – e alle eresie del cristianesimo, dell’ebraismo e di altre religioni.

Si tratta pertanto di opere, quelle letterarie e artistiche afferenti alla categoria ermeneutica della “modernità dell’antico”– opere di fatto cripto-pagane – che sono state dai loro autori in partenza concepite e poi realizzate con una struttura semantica stratificata: una struttura analoga cioè a quella dello scrigno, vale a dire del palinsesto.

Riuscire ad aprire il coperchio dell’opera-scrigno-palinsesto, riuscire cioè a raschiare la scriptio superior delle immagini sia letterarie sia artistiche («Ut pictura poësis»), con l’intento di riuscire ad arrivare a scoprire il significato sapientemente velato nella scriptio inferior dal loro autore – enigmista più o meno in incognito –, è l’obiettivo fondamentale dell’«ermeneutica della “modernità dell’antico”». Che più precisamente si configura come «ermeneutica della “modernità simbolico-mitologica dell’antico”».

Infatti, se concepite con la struttura semantica stratificata dello scrigno-palinsesto, le immagini letterarie o artistiche sono in definitiva dei simboli. “Uno fatto da due”, per l’appunto, è il significato del termine σύμβολον (in Platone, Simposio, 16, 191D). Ne consegue che se un’immagine è un simbolo, significa nel contempo anche altro. È, in altri termini, un’immagine sensibile “abitata” da un’idea, che le conferisce un significato ulteriore – sapientemente dissimulato – e del tutto differente da quello di facciata.

Nel caso di opere letterarie e artistiche concepite nella prospettiva attualizzante della “modernità simbolico-mitologica dell’antico”, se un’immagine è un simbolo, essa è un’immagine sensibile “abitata” da un’idea metafisico-religiosa: più precisamente, “abitata” da un’idea metafisico-religiosa informata a concezioni basate sulle fonti antiche della mitologia, ovvero della religiosità pagana (una mitologia, ovvero una religiosità pagana, tuttavia non omerico-olimpica, bensì preferibilmente anti-olimpica, arcaica, misterica, mediterranea e non mediterranea), oppure dell’eresiologia (sia cristiana sia ebraica, ma non solo).

L’ermeneuta della “modernità dell’antico”, che più precisamente si configura come ermeneuta della “modernità simbolico-mitologica dell’antico”, non è un mero descrittivista-analitico-empirico. Sicché, egli dovrà arrivare a sciogliere nodi interpretativi più o meno annosi mettendo in atto una ricerca di tipo investigativo-deduttivo. E arriverà alla soluzione ermeneutica avvalendosi (dopo comunque aver vagliato tutti i risultati degli studi filologico-storico-critici letterari e artistici, che sono i suoi irrinunciabili pre-requisiti) dei propri peculiari strumenti: quelli cioè rappresentati dalle fonti dell’antichità religiosa pagana o dell’eresiologia, tacitamente confluite nella genesi delle immagini simboliche di quelle opere, nonché dell’idea nascosta da esse veicolata, e che egli dovrà abilmente essere in grado di individuare ai fini della decriptazione del significato nascosto di tali opere.

L’ermeneuta della “modernità simbolico-mitologica dell’antico” considererà quelle fonti dell’antichità religiosa pagana o dell’eresiologia, da lui ravvisate nella scriptio inferior delle immagini di un’opera letteraria o artistica, alla stregua di preziosi indizi ermeneutici. Proprio quelle fonti, infatti, si riveleranno per lui essere le fondamentali – benché insospettate e insospettabili dai più – chiavi ermeneutiche per arrivare prima a intuire e poi a dimostrare l’idea metafisico-religiosa dissimulata (su quelle fonti velatamente imperniata) che informa il significato recondito di opere letterarie o artistiche d’altro canto refrattarie a rivelarlo, proprio perché in partenza sono state dai rispettivi autori intenzionalmente criptate con i temi e le fonti pagane o eresiologiche informanti il simbolo religioso da esse veicolato.

Il Secondo Congresso Internazionale di “Studi ermeneutici su simbolo, mito e ‘modernità dell’antico’ nella Letteratura italiana e nelle Arti dal Rinascimento ai giorni nostri” vuole essere un’occasione per far conoscere alla comunità degli studiosi accademici, nazionali e internazionali, l’approccio ermeneutico della “modernità simbolico-mitologica dell’antico” nella Letteratura italiana e nelle Arti; e nel contempo vuole costituire uno stimolo, in particolare per le nuove generazioni di studiosi, a indirizzare altre ricerche future nella medesima direzione: una direzione ancora pressoché inesplorata dagli studi accademici, ma che lascia prefigurare scenari ermeneutici del tutto inediti, nonché assai interessanti, e non solo per il lettore specialistico, accademico, ma altresì per il “lettore comune”.

Linee programmatiche

«Oscuro perché prestino attenzione / chiaro, chiaro come l'acqua perché nessuno capisca» (Antonio Machado). Ci sono opere che non si capiscono e che da anni, da decenni o da secoli attendono ancora di essere capite; ci sono opere delle quali si pensava che tutto già fosse stato detto, ma che in realtà aspettano ancora l’investigatore-ermeneuta in grado di decifrare il loro significato recondito, che dal loro autore è stato sapientemente dissimulato.

Il Primo Congresso Internazionale di Studi ermeneutici su simbolo, mito e “modernità dell’antico” nella letteratura italiana e nelle arti dal Rinascimento ai giorni nostri (che sarà il primo di una serie) vuole essere l’occasione e il luogo per stimolare ricerche ermeneutiche finalizzate ad approdare – mettendo in atto gli strumenti ermeneutico-investigativi adeguati per riuscirci – alla decifrazione del significato nascosto di opere refrattarie (da anni, decenni o secoli) a rivelarlo.

«Ut pictura poësis» (Orazio). Ci sono tuttavia immagini e opere che, benché apparentemente sguarnite di riferimenti espliciti all’antichità religiosa pagana (come, per fare un esempio eclatante, il leopardiano «mazzolin di rose e di viole»), sono però state concepite dai rispettivi autori nella prospettiva della “modernità dell’antico”: vale a dire dell’antichità che nelle opere letterarie e artistiche realizzate nel mondo moderno è stata – più o meno esplicitamente – riproposta con criterio non meramente storico-filologico-erudito, ma altresì con intento attualizzante, in definitiva cripto-pagano. Cosa, questa, che però la maggior parte dei lettori-interpreti o non ha adeguatamente messo in conto, o è rimasta persino molto lontano anche semplicemente dal supporlo.

È come se l’autore di quelle immagini e di quelle opere concepite nella prospettiva cripto-pagana della “modernità dell’antico” si fosse pensato come un uomo dell’antichità pagana redivivo nel mondo moderno: di conseguenza portante con sé un proprio bagaglio originale costituito non solamente da conoscenze culturali e letterarie, ma altresì religiose e cultual-religiose della propria epoca, in definitiva pagane; tali conoscenze sono state poi da lui fatte confluire con modalità dissimulate, e financo depistanti,  nella propria opera: un’opera realizzata in epoca moderna e tuttavia informata a una sensibilità e a significazioni in definitiva antiche e segnatamente cripto-pagane. Le finalità (verosimilmente niente affatto cristiane) di un’operazione siffatta, attuata nel mondo moderno, dovranno essere fatte emergere dal lettore-ermeneuta avvalendosi di strumenti di ricerca e di investigazione appropriati. Che non sono unicamente quelli degli studi storici e filologici.

Quelle afferenti al filone della “modernità dell’antico”, sono infatti immagini e opere che dall’autore sono state costruite – non senza intenti dissimulatori, reticenti e depistanti – come degli enigmi eruditi. Compito del lettore-investigatore-ermeneuta sarà allora quello di arrivare a decifrarle avvalendosi non unicamente degli strumenti propri della ricerca storica e filologica, ma altresì di quello – che è peculiare degli studi ermeneutici sulla “modernità dell’antico” – rappresentato dall’individuazione delle fonti antiche (di natura sia mitologico-letteraria, sia – soprattutto – religiosa pagana) dei miti e dei simboli mitologici che stanno alla base dell’ideazione e della confezione di immagini e di temi che però, spesso e volentieri, non chiamano direttamente in causa l’antichità religiosa pagana, pur essendone intimamente impregnati: immagini e temi, pertanto, cripto-pagani. Si tratta di miti (interpretati in senso religioso, ovvero come emanazione ed espressione della religiosità pagana degli antichi) e di simboli (a loro volta mitologici, ma in accezione religiosa pagana) che esprimono per lo più forme di religiosità pagana antica non ufficiale, omerico-olimpica, bensì arcaica, pre-omerica, non olimpica o anti-olimpica, nonché misterica, mediterranea e altresì non mediterranea.

Attraverso una ricerca investigativa che parte dall’individuazione, nelle immagini e nelle opere, degli indizi rappresentati delle fonti antiche attraverso le quali ci sono pervenuti quei miti religiosi e quei simboli del paganesimo religioso antico, il lettore-investigatore-ermeneuta potrà arrivare a decifrare e a far emergere il significato recondito, celato “sotto il velame”, di opere letterarie o artistiche rimaste, per decenni o magari per secoli, come delle cruces interpretative, e ciò semplicemente per il fatto di essere state dai rispettivi artefici concepite nella prospettiva della “modernità dell’antico” (ma di non essere però state comprese come tali dai loro lettori-interpreti): ovvero con la struttura semantica dello scrigno-palinsesto e con immagini magari realistiche in apparenza, ma di fatto simboliche, vale a dire simbolico-mitologiche del paganesimo religioso antico.

La peculiarità di tali immagini e di tali opere concepite nella prospettiva della “modernità dell’antico” è infatti quella di essere state dai loro autori sapientemente ideate con una struttura semantica doppia. Questa struttura bipartita è per l’appunto peculiare dell’immagine simbolica: “uno fatto da due”, infatti, è il significato-base del termine greco σύμβολον in Platone, Simposio, 16, 191D, ove quel termine esprime la nozione base del concetto greco di σύμβολον, che è quello derivante dal primo significato del verbo συμβάλλειν: “unire, collegare, riunire quel che è diviso”; sicché se un’immagine è un σύμβολον, ovvero è “una fatta da due”, significa anche altro: ciò perché essa ingloba-nasconde un significato ulteriore rispetto a quello realistico di facciata, configurandosi in definitiva come un’immagine-scrigno abitata da un’idea nascosta. Da un’idea che, nel caso di immagini e di opere concepite nella prospettiva della “modernità dell’antico”, è (cfr. Creuzer, Symbolik und Mythologie der alten Völker, besonders der Griechen, 1819, parte I, libro, I) un’idea mitologico-religiosa pagana, la quale tuttavia è per lo più stata sapientemente dissimulata attraverso un sapiente uso mimetico delle fonti dell’antica religiosità pagana, preferibilmente non omerico-olimpica e ufficiale. Tale struttura semantica bipartita è altresì peculiare dell’opera che dal suo autore è stata sagacemente ideata come uno scrigno-palinsesto: vale a dire dell’opera semanticamente stratificata in scriptio superior e in scriptio inferior; sicché solo raschiando la prima potrà venire allo scoperto la seconda, sottostante, dunque “velata”.

Leggendo tali immagini e tali opere “sotto il velame”, ovvero arrivando a posizionarsi nel livello sotterraneo della loro scriptio inferior, l’ermeneuta della “modernità dell’antico” finirà col rendersi conto che è come se immagini e opere, seppur concepite magari in epoche anche molto distanti tra di loro e magari rimaste l’una all’oscuro dell’esistenza dell’altra, sono in realtà sotterraneamente tra di loro collegate come da una catena ininterrotta che, “sotto il velame” ha silenziosamente attraversato i secoli sino ai giorni nostri: quella rappresentata dalle fonti antiche della religiosità pagana, segnatamente quella non ufficiale. Sono fonti che ritornano, veicolanti per lo più le medesime tematiche cripto-pagane, tuttavia rivestite-velate da un involucro esteriore fatto di immagini sempre diverse.

È come se nel corso dei secoli fossero state ripetutamente/ciclicamente realizzate, da parte di autori differenti, sapienti variazioni di immagini (come nel caso delle “rose e viole”: di fatto cripto-pagane e cripto-dionisiache) veicolanti tuttavia tematiche cripto-pagane rimaste immutate. È come se si fosse instaurato un dialogo silenzioso e sotterraneo tra autori di epoche diverse, separati da decenni o da secoli, capaci però di leggere – sempre tacitamente – l’uno “sotto il velame” dell’altro, sapendo vicendevolmente riconoscere e identificare le antiche fonti pagane rispettivamente utilizzate, nonché dissimulate.

Oltre al dialogo silenzioso, è come se si fosse instaurata un’implicita competizione tra gli autori della catena sotterranea della “modernità dell’antico”, con conseguente reciproco – ma tacito – sfoggio di bravura nell’individuazione delle rispettive fonti antiche, sapientemente dissimulate entro involucri esteriori sempre diversi, e con reciproca – ma tacita –  esibizione di perizia nella realizzazione di variazioni di immagini che, viste come attraverso i raggi X grazie all’individuazione delle fonti antiche che le supportano, rivelano la struttura semantica bipartita dell’immagine simbolica, ovvero simbolico-religiosa, e che all’interno, al di là dell’involucro esteriore, inglobano le medesime significazioni cripto-pagane.

Un dialogo silenzioso e sotterraneo, questo instauratosi attraverso i secoli tra gli autori cripto-pagani della “modernità dell’antico”, del quale però la gran parte dei lettori – i cosiddetti “lettori comuni” – è sempre rimasta all’oscuro, ignorandone financo l’esistenza.

Ne deriva che immagini e opere siffatte, concepite nella prospettiva cripto-pagana della “modernità dell’antico”, sono state in partenza sapientemente pensate dai loro artefici per essere destinate a due differenti categorie di lettori-ermeneuti. Due categorie che tra di loro si differenziano innanzitutto per il fatto di essere fornite di bagagli di cultura letteraria e soprattutto religiosa dell’antichità pagana di entità assai diversa: due categorie, proprio per questo motivo, destinate ad approdare a livelli di comprensione semantica e di decriptazione assai differenti, se non completamente diverse. Inevitabile, di conseguenza, che si possano avere – da parte dei cosiddetti “lettori comuni” – letture stazionanti “sopra il velame”, sulla scriptio superior delle immagini e delle opere, oppure letture investigative effettuate nella prospettiva ermeneutica della “modernità dell’antico”, viceversa in grado di sollevare il “velame” e di scendere “sotto il velame”, per addentrarsi nel livello profondo della scriptio inferior.

Quest’ultimo è il livello “sommerso” nel quale l’autore – dissimulatore, reticente e depistante rispetto alla gran parte dei suoi lettori, i cosiddetti “lettori comuni”, destinati, nelle sue intenzioni, a stazionare, ovvero ad arenarsi, “sopra il velame” – ha riposto il significato recondito che ha concepito per le proprie immagini e per le proprie opere cripto-pagane, affidando il rinvenimento di tale significato “sommerso” alla corretta decriptazione del simbolo mitologico-religioso pagano sapientemente dissimulato nelle immagini.

Si tratta di immagini e di opere che, in definitiva, l’autore ha ideato come degli enigmi eruditi, che ha affidato all’altrui capacità di interpretare o di indovinare. E la soluzione di tali enigmi dipende innanzitutto dall’individuazione delle fonti mitologico-religiose del paganesimo antico e delle nozioni dell’antichità religiosa pagana (preferibilmente non omerico-olimpica o ufficiale) sulle quali quelle immagini simbolico-mitologico-religiose sono state sapientemente confezionate. Molto dipende poi – inevitabilmente – dalla sagacia interpretativa dell’ermeneuta della “modernità dell’antico”. Il quale, per riuscire a trovare la soluzione ermeneutica, dovrà porsi nei confronti sia dell’autore, che con dissimulazioni, reticenze e depistaggi ha realizzato immagini e opere nella prospettiva cripto-pagana della “modernità dell’antico”, sia di quelle stesse immagini e opere così concepite, con l’atteggiamento sia dell’investigatore che deve scoprire quale “delitto” è stato commesso nonché per quale motivo, sia del medico legale che compie un’autopsia.

 

Percorsi tematici

I. Termini e concetti

  • I. 1. Ermeneutica, simbolo e mito: significato etimologico dei termini greci e loro evoluzione all’interno della cultura antica.
 

II. Simbolo e mito dagli albori del cattolicesimo

  • II. 1. Simbolo e mito dagli albori del cattolicesimo e nella liturgia
  • II. 2. Simboli e miti del paganesimo, in particolare misterico, nell’interpretazione dei Padri della Chiesa, degli apologisti cristiani e degli scrittori cristiani antichi (ad. es.: Clemente Alessandrino, Arnobio, Firmico Materno, Agostino d’Ippona).
 

III. L’accezione religiosa del mito e del simbolo mitologico e la “nuova mitologia” sincretistica e apocalittica in alcune teorie anticlassicistiche dell’età moderna

  1. L’Abrégé de l’Origine de tous les Cultes di Charles François Dupuis (Trie-Château, 1742 – Is-sur-Tille, 1809).
  2. La Symbolik und Mythologie der alten Völker, besonders der Griechen di Georg Friedrich Creuzer (Marburg an der Lahn, 1771 – Heidelberg, 1858).
  3. Le Gottheiten von Samothrake e la Philosophie der Offenbarung di Friedrich W. J. Schelling (Leonberg, Württemberg, 1775 – Bad Ragaz, Sankt Gallen, 1854).
  4. Die unsterblichkeitslehre der orphischen theologie au den grabdenkmälern des altertums nach anleitung einer vase aus Canosa im besitz des herrn prosper biardot in Paris dargestellt di Johann Jakob Bachofen (Basel, 1815 – Basel, 1887).
 

IV. Simbologie e tematiche cripto-pagane nascoste “sotto il velame” della Letteratura italiana e delle Arti: i simboli, i miti e i temi della “modernità dell’antico” dal Rinascimento ai giorni nostri

  • IV. 1. «Ut pictura poësis»
  • Nell’ambito di questo percorso verranno prese in considerazione:
  • a) simbologie e tematiche cripto-pagane attinenti alle religioni antiche non omerico-olimpiche, bensì arcaiche, pre-omeriche, non olimpiche o anti-olimpiche, e altresì a quelle misteriche, mediterranee antiche, nonché non mediterranee;
  • b) simbologie e tematiche (anche in prospettiva mitologico-religiosa sincretistica e comparata, laddove le tematiche e le fonti individuate nelle immagini e nelle opere esaminate dovessero autorizzare il ricorso a una siffatta prospettiva) inerenti a: Bacco (-Dioniso-Zagreo-Sabazio-Jacco; Orfeo); Venere (-Afrodite-Astarte-Tanit-Ishtar); Adone (-Tammuz); Iside, Osiride, Horus, Aton, Ammone, Serapide; Saturno (Kronos-Moloch-Baal Hammon; Aion, Zervan); Mitra; Shiva; Odino.
  • c) simbologie esprimenti tematiche apocalittiche cripto-pagane.
  • IV. 2. Tracce di eresie del cristianesimo e dell’ebraismo, nonché del paganesimo semitico, fenicio-punico, nascoste “sotto il velame” delle immagini, dei simboli e dei temi della Letteratura italiana e delle Arti dal Rinascimento ai giorni nostri.
  • IV. 3. Tracce di simbologie e di tematiche cripto-esoterico-iniziatiche e cripto-pagane nascoste “sotto il velame” della narrativa di Jules Verne (Nantes, 1828 – Amiens, 1905) e di Maurice Leblanc (Rouen, 1864 – Perpignan, 1941) e riprese “sotto il velame” della letteratura italiana – sia “popolare”, sia colta – e delle arti.
  • IV. 4. Il cripto-paganesimo degli “Antichi” di Lord Dunsany (London, 1878 - Dublin, 1957), di Arthur Machen (Caerleon-on-Usk, Monmouthshire, 1863 - Beaconsfield, Buckinghamshire, 1947) e di Howard Phillips Lovecraft (Providence, Rhode Island, USA, 1890-1937) nella Letteratura italiana e nelle Arti.
  • IV. 5. Tematiche e simboli del paganesimo antico, sia non omerico-olimpico, sia misterico, sia mediterraneo, sia non mediterraneo, nei thriller storico-esoterici italiani.
  • IV. 6. Simbologie cripto-esoteriche e tematiche cripto-pagane dissimulate “sotto il velame” dei fumetti, dei cartoni animati e dei videogiochi.
 

Modalità di partecipazione

N.B. Non verranno fatti inviti ad personam. Il reclutamento dei relatori avviene solo attraverso  call for papers:

Lingue degli interventi: italiano per i relatori italiani; inglese, francese, spagnolo o tedesco per i relatori stranieri o con passaporto straniero. 

Entro il 10 settembre 2017

inviare le proposte di RELAZIONI e di POSTER alla Segreteria scientifica (ermeneutica.SMMA@unicatt.it).

La proposta sarà contenuta in 2 file pdf, rispettivamente denominati: File1_titolo del percorso tematico al quale l’intervento (relazione o poster) si riferisce; e File2_cognome e nome _titolo del percorso tematico al quale l’intervento si riferisce.

Il File1 (denominato: File 1 + titolo del percorso tematico) sarà un pdf nel quale figureranno (sia in lingua italiana, sia in lingua straniera, ovvero in inglese, o in francese, o in spagnolo, o in tedesco) solamente le seguenti informazioni:

  • titolo della relazione o del poster,
  • titolo del percorso tematico al quale l’intervento si riferisce,
  • abstract (di 3.000 caratteri, spazi inclusi),
  • 10 parole-chiave,
  • almeno 10 riferimenti bibliografici,
  • le principali fonti antiche che verranno utilizzate,
  • file in alta definizione dell'opera d'arte oggetto della relazione o del poster.

Il File2 (denominato File2_+cognome e nome _+titolo del percorso tematico) sarà un pdf che conterrà le seguenti informazioni (sia in lingua italiana, sia in lingua straniera, ovvero in inglese, o in francese, o in spagnolo, o in tedesco):

nome e cognome,

  • residenza,
  • cittadinanza,
  • passaporto (specificare solo se è italiano o straniero, senza indicare il numero e senza inviare copia del documento stesso),
  • indirizzo e-mail,
  • recapito telefonico professione,
  • specificare se e dove (all’epoca in cui si terrà il Congresso) si sta facendo un dottorato di ricerca,
  • specificare se e dove (all’epoca in cui si terrà il Congresso) si sta facendo un post-dottorato di ricerca,
  • specificare se e dove (all’epoca in cui si terrà il Congresso) si ha la nomina di cultore della materia,
  • se e dove (all’epoca in cui si terrà il Congresso) si sta tenendo un insegnamento universitario,
  • titolo della relazione o del poster,
  • titolo del percorso tematico al quale l’intervento si riferisce,
  • abstract (di 3.000 caratteri, spazi inclusi),
  • 10 parole chiave,
  • almeno 10 riferimenti bibliografici,
  • le principali fonti antiche che verranno utilizzate,
  • file in alta definizione dell’opera d’arte oggetto della relazione o del poster, curriculum contenente:
  1. qualifica accademica e Università presso la quale si è incardinati (come ordinari, associati, ricercatori, professori aggregati), o si svolge attività di ricerca (come dottorandi di ricerca, assegnisti di ricerca, cultori della materia), o di insegnamento a contratto, o di conduzione di laboratorio;
  2. elenco delle proprie pubblicazioni scientifiche,

il curriculum di laureati e dottori di ricerca non più agganciati a una Università dovrà altresì specificare:

  1. il tipo di laurea o di dottorato di ricerca,
  2. l’Ateneo o gli Atenei presso i quali sono stati conseguiti,
  3. i titoli e i relatori delle rispettive tesi,
  4. la propria occupazione attuale e le proprie esperienze lavorative precedenti.

Nell’oggetto della mail – che dovrà essere inviata

entro il 10 settembre 2017

alla Segreteria scientifica (ermeneutica.SMMA@unicatt.it) – verrà scritto: ER-SMMA 2017 RELAZIONE o ER-SMMA 2017 POSTER + il titolo del percorso tematico al quale l’intervento si riferisce.

Entro il 24 settembre 2017 verranno contattati gli autori delle RELAZIONI e dei POSTER accettati.

Gli autori delle RELAZIONI e dei POSTER accettati dovranno effettuare entro il 9 ottobre 2017 sia l’iscrizione sia il pagamento della quota di partecipazione.

Chi sceglierà di pagare tramite bonifico bancario, dovrà subito dopo trasmettere la scansione della ricevuta all’indirizzo e-mail della Formazione Permanente dell’Università Cattolica di Milano ( formazione.permanente-mi@unicatt.it; e in cc a renata.dellafiori@unicatt.it).

Informazioni importanti

  • Non verranno prese in considerazione proposte di relazioni che considerano il simbolo e il mito in chiave psicologica e psicanalitica.
  • Non verranno prese in considerazione proposte di relazioni che considerano il simbolo e il mito in chiave antropologica, sociologica o etnologica.
  • Non verranno prese in considerazione proposte di relazioni che considerano il mito nella mera prospettiva della “favola antica”.
  • Non verranno prese in considerazione proposte di relazioni vertenti su temi e figure della mitologia omerico-olimpica.
  • Verranno prese in considerazione solo proposte di intervento informate alla prospettiva ermeneutica della “modernità simbolico-mitologica dell’antico”, che privilegia un approccio interdisciplinare che combina la storia della letteratura e delle arti con la storia delle religioni antiche e la storia delle eresie (del cristianesimo, dell’ebraismo, etc.), con una peculiare attenzione allo studio delle fonti antiche delle religioni e delle eresie (cfr. Presentazione).

Per delucidazioni ulteriori circa il concetto di “modernità simbolico-mitologica dell’antico”, circa i “Percorsi tematici” o sul programma contattare: ida.villa@unicatt.it e bart.vandenbossche@arts.kuleuven.be

Le relazioni e i poster accettati saranno visualizzabili sul sito  http://convegni.unicatt.it/ermeneutica-simbolo-mito-e-modernitadellantico alla voce PROGRAMMA / Elenco delle relazioni e dei poster in ordine alfabetico.

Dopo essere state sottoposte a procedura di peer review a doppio cieco, i testi delle relazioni selezionate verranno successivamente pubblicate in volume.

In preparazione al Congresso Internazionale Er-smma 2017 si terrà dal 2 all’8 luglio 2017, a Recanati, un laboratorio propedeutico: Laboratorio ER-SMMA_LAB.LEO

«La memoria dell’uomo è impotentissima senza l’aiuto de’ segni». Laboratorio di Studi ermeneutici di simbologia sacra e mitologia religiosa della ‘modernità dell’antico’ nella Letteratura italiana e nelle Arti dal Rinascimento ai nostri giorni, con sezione leopardiana (Recanati, CNSL, 2-8 luglio 2017)

Quote di partecipazione al corso recanatese:

http://www.unicatt.it/iscrizioneonline-eventi/default.asp?idpagam=3800&pk1_evento=11364&per_studenti_UC=1;1;0;0

(sono previste quote agevolate di partecipazione per dottoranti, studenti e partecipanti ai Congressi Er-smma 2015 e 2016; gli insegnati possono pagare con Bonus scuola o con Fondi interprofessionali)

Comitato scientifico

Prof.ssa  ANGELA IDA VILLA, Università Cattolica del Sacro Cuore -  Milano, Email:ida.villa@unicatt.it

  • Carlo Alberto Augieri (Università del Salento),
  • Gian Mario Anselmi (Università di Bologna),
  • Barbara Baert (Katholieke Universiteit Leuven),
  • Giuseppe Barbieri (Università di Venezia – Ca’ Foscari),
  • Cinzia Bearzot (Università Cattolica del Sacro Cuore),
  • Cristina Benussi (Università degli Studi di Trieste),
  • Giovanni Casadio (Università di Salerno),
  • Eleonora Cavallini (Università di Bologna – Ravenna),
  • Maria Vittoria Cerutti (Università Cattolica del Sacro Cuore),
  • Angelo Colombo (Université de Franche-Comté - Besançon),
  • Dario Cosi (Università di Bologna),
  • Fabrice De Poli (Université de Lorraine),
  • Giuseppe Farinelli (Università Cattolica del Sacro Cuore),
  • Sotera Fornaro (Università di Sassari),
  • Kristina Herrmann Fiore (Roma, Galleria Borghese),
  • Franca Landucci (Università Cattolica del Sacro Cuore),
  • Paolo Leoncini (Università Ca’ Foscari – Venezia),
  • Stefania Macioce (Università di Roma – La Sapienza),
  • Franco Musarra (Katholieke Universiteit Leuven),
  • Ulla Musarra Schrøder (Radboud Universiteit Nijmegen),
  • Maria Pia Pattoni (Università Cattolica del Sacro Cuore),
  • Carlos Steel (Katholieke Universiteit Leuven),
  • Francesco Tedeschi (Università Cattolica del Sacro Cuore)

Lieux

  • Largo gemelli,1
    Milan, Italie (20123)

Dates

  • dimanche 10 septembre 2017

Mots-clés

  • simboli, miti, religioni antiche, letteratura italiana, arte, modernità, simbolico-mitologica dell'antico

Contacts

  • Angela Ida Villa
    courriel : ida [dot] villa [at] unicatt [dot] it

Source de l'information

  • Angela Ida Villa
    courriel : ida [dot] villa [at] unicatt [dot] it

Licence

CC0-1.0 Cette annonce est mise à disposition selon les termes de la Creative Commons CC0 1.0 Universel.

Pour citer cette annonce

« Simbolo, mito e «modernità» dell’antico nella Letteratura italiana e nelle arti dal Rinascimento ai giorni nostri », Appel à contribution, Calenda, Publié le jeudi 01 juin 2017, https://doi.org/10.58079/xrg

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