I concetti di bene e male espressi, da un punto di vista lessicale, in vari modi nelle differenti lingue germaniche, vengono dunque anche declinati in forme diverse a seconda delle tradizioni linguistiche e letterarie. Il tema prende in esame testi appartenenti a diversi ambiti: religioso, medico, legale, etc. A partire dagli spunti qui proposti, si invitano perciò gli interessati a presentare contributi che trattino il tema da un punto di vista letterario, filologico, linguistico e/o storico. La call è aperta a dottorandi e dottori di ricerca in Filologia e Linguistica Germanica.

Argomento

Le riflessioni sull’esistenza e sull’entità del male affondano le proprie radici nell’antichità. Furono i Platonici, in maniera particolare, a tentare di descrivere la natura del male e di trovarne l’origine. Celebre è il passo platoniano dal Teeteto in cui Socrate afferma: «[m]a non è possibile, Teodoro, che i mali scompaiano – perché è necessario che ci sia sempre qualcosa di opposto al bene – e non è possibile che essi risiedano presso gli dèi; si aggirano invece necessariamente intorno alla natura mortale e a questo luogo». ^[1] In questo e in altri passi Platone sostiene di poter ricondurre a Dio tutti i beni, mentre i mali presenti nel mondo dipenderebbero da una condizione originaria. ^[2] Le osservazioni intorno ai concetti di bene e male continuano ben oltre Platone e l’età classica, suscitando l’interesse, nel Medio Evo, di figure quali Gregorio Magno, Beda il Venerabile, Alcuino. Un’idea di bene e male, tuttavia, era presente non solo nel pensiero filosofico, ma anche nella vita quotidiana di ogni individuo.

Il bene e il male sono spesso tematizzati nei testi tramandatici nei volgari germanici, specialmente in quelli di natura cristiana. Infatti, l’introduzione del cristianesimo ha avuto come conseguenza un declassamento degli dei pagani a ‘idoli’. ^[3] Qui questi due opposti sono personificati in figure demoniache e divine che talvolta si scontrano, spesso per il destino di un’anima, oppure dai peccati da un lato e dal compimento della volontà di Dio, da buoni Cristiani, dall’altro.

Nei testi di natura religiosa (sia in versi che in prosa) la lotta tra bene e male è esemplificata spesso dall’episodio narrato nella Genesi in cui il diavolo tenta Adamo ed Eva; il riferimento è inoltre alla caduta dell’angelo ribelle Lucifero, figura emblematica della tradizione religiosa che sovente emerge nelle letterature germaniche. Nel ms Oxford Bodleian Library Junius 11 viene illustrata, ad esempio, la lotta tra Dio e Diavolo in chiave germanica, sempre al fine di far comprendere che la fede in Dio verrà ricompensata a discapito di coloro che invece lo hanno tradito.^[4]

Nella tradizione germanica, e in particolare in quella anglosassone, la reificazione della figura demoniaca è parte integrante della mitologia narrativa, ^[5] e la si ritrova nei testi agiografici, ma anche in quelli omiletici. L’interesse si concentra sulla lotta tra bene e male e sulla venuta dell’Anticristo come possibile personificazione del Diavolo, che può avere varie denominazioni (Lucifero, Satana, etc.). Nell’area tedesca, come anche in quella anglosassone, la contrapposizione tra bene e male trova una delle sue massime espressioni nei testi di natura escatologica, nelle descrizioni delle pene dell’inferno e delle gioie del paradiso, nella separazione tra coloro che avranno accesso al regno dei cieli e coloro che, invece, non avendo espiato i propri peccati, sono destinati all’inferno. Anche la letteratura norrena non manca di esempi del genere: numerose sono le storie, nelle saghe agiografiche, di apostoli e santi che devono affrontare spiriti maligni per raggiungere la santità. Altresì nota è la vicenda del re Óláfr, il quale si ritrova ad affrontare il demonio nella Óláfs saga Tryggvasonar.

Nei testi giuridici della tradizione germanica, il concetto di male si traduce sovente nei danni morali, ad esempio all’onore del soggetto colpito, ^[6]  oppure  fisico, come nei casi di mutilazione o omicidio, ^[7] entrambi riparabili tramite una compensazione in denaro di entità variabile a seconda del crimine commesso. ^[8] Il bene può essere, invece, incarnato da una persona stimata, considerata rispettabile, distinta, e/o onorevole, o anche di alto rango. ^[9]

In ambito medico, la lotta tra bene e male prende invece una forma più concreta, dal momento che la malattia, sia essa fisica o mentale, e i rimedi per contrastarla sono spesso personificati in entità maligne da un lato e benigne dall’altro, normalmente di carattere religioso, ^[10] in una vera e propria lotta per la sopravvivenza del malato. A questo genere appartengono benedizioni, amuleti incisi con formule e nomi di santi, incantesimi e rimedi.

I concetti di bene e male espressi, da un punto di vista lessicale, in vari modi nelle differenti lingue germaniche, vengono dunque anche declinati in forme diverse a seconda delle tradizioni linguistiche e letterarie. A partire dagli spunti qui proposti, si invitano perciò gli interessati a presentare contributi che trattino il tema da un punto di vista letterario, filologico, linguistico e/o storico".

Modalità di partecipazione

Per candidarsi è necessario inviare un abstract della lunghezza massima di 1000 caratteri (spazi inclusi), oltre a una breve bibliografia a Giulia D'Agostino all’indirizzo e-mail giulia.dagostino@univr.it

entro e non oltre il 30 gennaio 2023 (23:59 CET).

La call è aperta a tutti i dottorandi e dottori di ricerca (addottorati a partire dal 30 aprile 2022) in Filologia e Linguistica Germanica.

L’accettazione delle proposte sarà comunicata tramite l’indirizzo e-mail dell’evento phdconference.aifg2023@gmail.com entro il giorno 15 marzo 2023. 

Ogni relatore avrà a disposizione 20 minuti per la propria relazione, ai quali seguiranno 10 minuti di discussione.

In seguito allo svolgimento dei lavori si considererà la pubblicazione degli atti.

La conferenza avrà luogo a Napoli il 6 e 7 giugno 2023.

Lingue ammesse: italiano, inglese, tedesco

Comitato scientifico

Mariateresa Caggiano, Dario Capelli, Martina Giarda, Ruben Gavilli, Giuliano Marmora, Giovanni Nichetti, Alessandro Zironi.

Comitato organizzativo

Laura Bruno, Giulia D’Agostino, Federica Di Giuseppe,  Giulia Fabbris, Lorenzo Ferroni, Stefano Ghiroldi, Chiara Mulazzani, Lidia Francesca Oliva, Paola Peratello, Laura Poggesi.

Note

^[1]   Ferrari, Franco (ed). (2011). Platone: Teeteto, Milano, Rizzoli, 363.

^[2]  See ibid., pp. 362-363, footnote 201.

^[3] See Battista, Simonetta. (2006). “Blámenn, djöflar and Other Representations of Evil in Old Norse Translation Literature”. In The Fantastic in Old Norse/Icelandic Literature. Sagas and the British Isles. Preprint Papers of the Thirteenth International Saga Conference, Durham and York, 6th–12th August, 2006, 113-122.

^[4] See Ramazzina, Elisa. (2016). “The Old English Genesis and Milton’s Paradise Lost: The Characterisation of Satan.” In L’analisi linguistica e letteraria Vol. 24/2, 89-118.

^[5] See  Dendle, Peter J. (2001). Satan Unbound: The Devil in Old English Narrative, Toronto, University of Toronto Press, 4. 

^[6]  See Gilbert, Kate, Stephen D. White (eds). (2018). Emotion, Violence, Vengeance and Law in the Middle Ages. Leiden/Boston/Köln, Brill.

^[7] See Nijdam, Han. (2008). Lichaam, eer en recht in middeleeuws Friesland: Een studie naar de Oudfriese boeteregisters, Hilversum, Uitgeverij Verloren.

^[8]  See Bothe, Lukas, Stefan Esders, Han Nijdam. (2021). Wergild, Compensation and Penance: The Monetary Logic of Early Medieval Conflict Resolution, Leiden, Brill.

^[9]  See Keyser, Rudolph, Peter A. Munch. (1846-1895). Norges Love seldre end Kong Magnus Håkonssons Regjerings Tiltrsedelse i 1262, Vol. 1-4, Christiania, Gröndahl.

^[10] See Olsan, Lea T. (2003). “Charms and prayers in Medieval medical theory and practice.” In Social History of Medicine Vol. 6/3, 343-366. For the Old Norse area, see Larsen, Henning (ed). (1931). An Old Icelandic Medical Miscellany: MS Royal Irish Academy 23 D 43 with Supplement from MS Trinity College (Dublin) L-2-27. Oslo, Dybwad.